Riconoscimento maternità surrogata all’estero: la parola alle Sezioni Unite

Riconoscimento maternità surrogata all’estero: la parola alle Sezioni Unite

Maternità surrogata: è possibile riconoscerla in Italia?


Le Sezioni Unite della Cassazione hanno avuto modo di pronunciarsi sul riconoscimento (c.d. delibazione) in Italia di sentenze straniere in tema di maternità surrogata.


La parola alle Sezioni Unite della Cassazione

Riconoscimento maternità surrogata in Italia

Due padri, due figli surrogati, una sentenza canadese di riconoscimento della genitorialità. Il caso in oggetto inizia con il rifiuto dell’Ufficiale di Stato Civile di trascrivere un provvedimento giudiziale straniero. Si trattava di un provvedimento con il quale, la Superior Court of Justice dell’Ontario, aveva riconosciuto il rapporto genitore-figlio tra due uomini e due minori.

Detti minori erano stati concepiti mediante procreazione medicalmente assistita. Precisamente: gli ovuli di una donatrice erano stati fecondati con il gamete di uno dei padri.

Successivamente, gli embrioni, erano stati impiantati nell’utero di un’altra donna per la gravidanza.

Nell’ordinamento canadese tali pratiche sono lecite; mentre in Italia è prevista solo la possibilità di ricorrere alla fecondazione assistita, ma entro i limiti della Legge 40 del 2004.

Il fulcro della decisione

La Cassazione è stata chiamata a districarsi in un campo delicato, che ha a oggetto diritti fondamentali delle persone. I Giudici di legittimità hanno, infatti, dovuto vagliare la richiesta dei ricorrenti non solo alla luce dei principi Costituzionali dell’ordinamento interno, bensì anche alla stregua della C.E.D.U. e della Carta dei diritti fondamentali U.E.

Il punto centrale della decisione è dato, senza dubbio, dal favor filiationis, in virtù del quale la Suprema Corte ha affermato che «la violazione dei divieti posti dalla legge n. 40 del 2004 non possono ricadere su chi è nato, il quale ha il diritto fondamentale alla conservazione dello status filiationis legittimamente acquisito all’estero». In poche parole si tratta di bilanciare i divieti della legge 40/2004 con i diritti fondamentali non solo dei genitori ma, specialmente, dei figli. In Italia, infatti, è vietata la maternità surrogata e, la procreazione medicalmente assistita, è riservata alle sole coppie eterosessuali.

Posto l’innegabile diritto dei minori a vedersi riconosciuto il proprio diritto allo status di “figlio”, resta il limite dell’ordine pubblico, che non può essere violato o aggirato.

Il principio di diritto

Dunque, ragionando in questi termini, la Corte ha rigettato il ricorso, negando la trascrizione del provvedimento straniero, ma aprendo però la strada ad altre soluzioni (quale l’adozione in casi particolari). Al riguardo è stato coniato il seguente principio di diritto: «il mancato riconoscimento del rapporto di filiazione tra il minore nato all’estero mediante il ricorso alla maternità surrogata e il genitore intenzionale, non si pone in conflitto con i principi sanciti dalle convenzioni internazionali in materia di protezione dei diritti dell’infanzia», in quanto la tutela dell’interesse del minore non può spingersi fino al punto di prevalere su gli «altri valori essenziali e irrinunciabili dell’ordinamento», con i quali deve essere bilanciata.

In tal senso la Corte fa riferimento alla possibilità che, il chiesto riconoscimento della filiazione da parte della coppia omosessuale, si possa raggiungere non già in virtù dell’esecuzione del provvedimento giudiziale straniero, bensì con i meccanismi interni (quale l’adozione in casi particolari).

Link correlati

Per approfondire l’argomento trattato nel presente contributo, si consiglia la consultazione dei testi e degli articoli indicati di seguito.

  • Giuditta Di Cristinzi; Marta Polselli; Emanuela Marciano, “Maternità surrogata: modalità di riconoscimento del provvedimento straniero accertativo”, in Davide Giovanni Pintus (a cura di), “Manuale dei contrasti. Diritto civile”, NE – Nel Diritto Editore, Molfetta, Febbraio 2020, ISBN 9788832705690, pag. 16 – 21.
  • Redazione Altalex, “Figli di due padri all’estero: no alla trascrizione in Italia. La Cassazione non esclude la possibilità dell’adozione in casi particolari”, in Altalex – Quotidiano di informazione giuridica, Milano 09 Maggio 2019, pagina www.altalex.com/documents/news/2019/05/08/figli-di-due-padri-all-estero-no-alla-trascrizione-in-italia.
  • Redazione, “Le SS.UU. su maternità surrogata e trascrizione del provvedimento straniero di riconoscimento”, in professione Giustizia, Vicenza 21 Maggio 2019, pagina www.professionegiustizia.it/.
  • Alessandro Palma, “Maternità surrogata e «diritto ad essere genitori» dopo la sentenza delle sezioni unite della cassazione n. 12193 del 2019”, in Rivista Giuridica Salvis Juribus – Fatti salvi i diritti, Afragola (NA) 18 Luglio 2019, pagina www.salvisjuribus.it/.

Nota di copyright

L’immagine inserita nel presente articolo è stata scaricata da www.altalex.com alla pagina https://www.altalex.com/documents/news/2019/05/08/figli-di-due-padri-all-estero-no-alla-trascrizione-in-italia ed è stata rilasciata e pubblicata addì 09 Maggio 2019.


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Pubblicato da Basilio Elio Antoci

Nato a Catania nel 1987, figlio d'arte dell'Avv. Francesco Salvatore Antoci e della Prof.ssa Borzì Giusy, cresce a Nicolosi. Atleta agonista dell'U.S. Nicolosi Sci di fondo & Ski roll, scout A.G.E.S.C.I. del Gruppo Nicolosi 1, scrittore ed educatore. Dopo la maturità scientifica conseguita nel 2005, si laurea in Giurisprudenza nel 2012. Diviene Avvocato nel 2016 e passa alla direzione dello Studio Legale Antoci.